Premesso che:
la grossa emorragia di personale che l'INPS ha subito negli ultimi 10 anni, colmata solo in piccola parte dalle ultime assunzioni, sta generando notevoli disagi e ritardi nell'erogazione dei milioni di servizi e prestazioni che l'Istituto è chiamato a fornire in un momento in cui lo stesso è stato ulteriormente gravato da diversi provvedimenti di grande impatto sociale;
il saldo tra personale che è andato e che andrà nell'immediato futuro in quiescenza è nettamente negativo e in un momento di grande transizione e di difficoltà operativa, l'INPS subirà un ulteriore depauperamento;
la situazione risulta ancora più preoccupante per quanto concerne il corpo ispettivo. Infatti attualmente l'organico risulta composto complessivamente da circa 1.000 ispettori, in quanto negli ultimi 5 anni ha subito una forte emorragia valutabile intorno alle 600 unità, senza alcuna sostituzione (blocco del turnover); tale situazione nei prossimi 3 anni, a causa dei pensionamenti anticipati, rischia di collassare definitivamente, lasciando totalmente scoperti diversi territori dai necessari e fisiologici controlli;
la medesima preoccupante situazione riguarda anche i corpi ispettivi dell'INL e dell'INAIL;
considerato che per il personale amministrativo le ultime assunzioni hanno colmato solo in piccola parte i vuoti di organico determinato da un lungo blocco delle assunzioni, tenuto conto che nel breve e medio termine per il personale ispettivo non sono previste assunzioni,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda superare gli attuali vincoli normativi che pongono i lavoratori dell'Istituto in quiescenza obbligatoria al raggiungimento del limite dei 65 anni di età anagrafica e dei 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, permettendo a questi lavoratori di continuare, su base volontaria, di dare un determinante apporto di esperienza e professionalità, svolgendo la propria attività lavorativa fino al compimento dei 67 anni di anzianità anagrafica a prescindere dai vincoli contributivi.
130 dipendenti della società Infrataras, partecipata al 100 per cento dal Comune di Taranto, rischiano il posto di lavoro;
la società Infrataras è una società del Comune di Taranto che si occupa di lavori e manutenzioni. Il contratto di lavoro a tempo determinato per 130 dipendenti è già scaduto a febbraio 2021. I 130 lavoratori, già in forza a Taranto Isola Verde, società della Provincia di Taranto messa in liquidazione tempo fa, hanno lavorato per due anni in un progetto di "bonifica leggera" (chiamato "Verde Amico") che ha riguardato alcune aree della città di Taranto. Sono stati impiegati per un tempo complessivo di 24 mesi, alle dipendenze di Infrataras, grazie a fondi (5,5 milioni di euro) messi a disposizione dall'ex commissaria di governo alla bonifica, Vera Corbelli;
dall'esame del carteggio intercorso tra l'attuale commissario straordinario pro tempore e l'ex Ministero dell'ambiente risulta che "tale intervento non sia stato ritenuto coerente con le finalità di bonifica assegnate al Commissario Straordinario" (Nota Prefettura di Taranto - Area Gabinetto - prot. uscita n. 0003611 del 22 gennaio 2021) e per questo non è stato possibile rinnovare il finanziamento;
l'utilizzo di tali fondi per le attività di "bonifica leggera", autorizzati dall'ex commissaria Corbelli, non sono state considerate dall'ex Ministero dell'ambiente, consone con la finalità per la quale sono stati stanziati finanziamenti pubblici per la bonifica di Taranto. A tutt'oggi, peraltro, esse non risultano essere state mai autorizzate e rendicontate al Ministero competente;
per garantire la continuità lavorativa nei mesi scorsi la Regione Puglia ha messo a disposizione circa 700.000 euro per arrivare sino alla scadenza del 24 febbraio 2021 e permettere così il completamento dell'intero progetto. Ora, però, i fondi sono terminati e non c'è altra possibilità di intervento;
con la caduta del Governo Conte II si sono interrotte le interlocuzioni governative per cercare di trovare una possibile, ulteriore e diversa soluzione di finanziamento per evitare i 130 licenziamenti. Tra le ipotesi paventate e su cui il precedente Governo stava lavorando, vi era la possibilità di utilizzare parte del personale in lavori di bonifica che stanno interessando l'area portuale compreso lo yard ex Belleli dove si insedierà prossimamente il "Gruppo Ferretti". Ma si ipotizzava anche la possibilità di collocare i lavoratori in progetti finanziati con una quota di 30 milioni di euro che il Governo Conte II, di intesa con il Ministero dello sviluppo economico e i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, ha assegnato ai Comuni dell'area di crisi ambientale di Taranto (oltre al capoluogo, i Comuni di Statte, Massafra, Crispiano e Montemesola);
considerato che:
attualmente i lavoratori Infrataras sono soggetti al trattamento di disoccupazione della Naspi, prossimo alla scadenza;
lo scorso 7 luglio, la Ministra per il sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, in qualità di coordinatore del Contratto istituzionale di sviluppo dell'area di Taranto, ha tenuto un incontro in videocall con i sindacati confederali di Taranto, CGIL, CISL e UIL nel corso del quale è stato affrontato anche il problema dei 130 lavoratori Infrataras;
dalle agenzie di stampa ("AGI" del 7 luglio 2021) si apprende della possibilità di un nuovo finanziamento di 6 milioni di euro per riportare al lavoro i circa 130 addetti di Infrataras,
si chiede di sapere se le notizie riportate dalle agenzie di stampa corrispondano al vero e, in caso affermativo, se sia possibile avviare con la massima urgenza gli interventi di finanziamento annunciati, in modo da scongiurare l'assenza di trattamento salariale, in considerazione della prossimità della scadenza del trattamento di disoccupazione Naspi per i lavoratori della Infrataras.
(3-02689)